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L'incubo nucleare ha funestato l'immaginario collettivo mondiale fin dalle prime notizie sulla distruzione della città giapponese di Hiroshima. Il 6 agosto 1945 si chiudeva una stagione luttuosa per il genere umano, ma il futuro di pace che si voleva costruire sorgeva all'ombra di una minaccia potenzialmente definitiva per le sorti del pianeta. Gli Stati Uniti vennero chiamati a confrontarsi direttamente con le profonde implicazioni dell'energia atomica e dei suoi possibili impieghi. Fu la politica stessa e furono gli uomini che per primi ebbero il compito di decidere dell'utilizzo di questa forza misteriosa e onnipotente a impostare un discorso ufficiale sulla nuova scoperta che ne dava un ritratto allo stesso tempo mitico e scientifico, in grado di proiettare la curiosità della società americana su orizzonti indefiniti, abitati da poche certezze e da molte fantasie, spesso cariche di dubbi e ansie. Negli anni più "caldi" della guerra fredda Hollywood, fabbrica di sogni e di inquietudini, si fece specchio dell'atteggiamento contrastante dell'opinione pubblica rispetto alla questione nucleare attraverso una serie di opere di genere poliziesco, noir, horror e fantascientifico che diedero consistenza cinematografica alle paure e alle speranze di una popolazione al tempo stesso affascinata e spaventata dall'atomo. Una narrazione pubblica che fondeva, fino a renderli indistinguibili, timori ancestrali e utopie futuribili, moniti millenaristici e promesse tecnologiche, fede e ragione...